Con Siani alla ricerca della gioia

"Mister felicità" è una storia garbata e divertente che parla di crisi dei sentimenti: «Nei miei film si ride senza volgarità»

Alessandro Siani torna al cinema con "Mister Felicità" (foto di Andrea Savoia)

Non c’è due senza tre. Siani torna al cinema e prova a confermare il successo al botteghino registrato dal “Principe abusivo” e “Si accettano miracoli” (entrambi superarono i 15 milioni di euro di incasso), con il film “Mister Felicità”. La storia stavolta non vede opposti il ricco al povero o il sacro al profano, bensì ruota tutta intorno alla felicità. «Di felicità ne abbiamo sempre bisogno, e ce la prendiamo sia da una vittoria della tumbulella che da una parola d’amore detta in un momento particolare. La verità è che la felicità non sappiamo dove andarla a prendere, anche quando la cerchiamo dentro di noi ci risulta abbastanza difficile trovarla». Non conosce la ricetta della felicità Siani ma spera di aver farcito la sua storia di ingredienti che messi assieme possono portare alla gioia. È da qui che nasce “Mister Felicità”, in circa 600 sale dal 1 gennaio con 01 Distribution, prodotto da Cattleya con Rai Cinema.

Martino è un giovane napoletano indolente e disilluso, che raggiunge in Svizzera la sorella Caterina (Cristiana Dall’Anna) che a causa di un incidente è costretta all’immobilità ed ha bisogno di costose cure. A Martino non resta che prendere il suo al posto come uomo delle pulizie presso il dottor Guglielmo Gioia (Diego Abatantuono), un mental coach specializzato nello spronare le persone attraverso il pensiero positivo e l’azione. Durante un’assenza del Dottor Gioia, Martino ne approfitta per fingersi il suo assistente. Uno dei suoi primi pazienti sarà la famosissima campionessa di pattinaggio Arianna Croft (Elena Cucci) che, dopo una brutta caduta sul ghiaccio, ha perso completamente fiducia in se stessa e amore per il proprio sport, lasciando nello sconforto i genitori (Carla Signoris e David Zed). I campionati europei di pattinaggio, però, sono alle porte e Martino, nell’insolito ruolo di Mister Felicità, avrà il difficilissimo compito di farla rialzare dal divano dove trascorre oramai le sue giornate e farla tornare la campionessa che era, dovendo affrontare equivoci e rivelazioni inaspettate.

L’happy ending appare scontato dal titolo del film ma Siani, che firma la sceneggiatura con Fabio Bonifacci, ci giunge dopo averci raccontato una storia garbata e divertente. «Quando vieni a vedere un mio film puoi star certo che non c’è volgarità, zero doppi sensi, un film per tutti». Lo fa dipingendo la crisi economica e di sentimenti dei nostri giorni, quella che porta da un lato ad “emigrare” al Nord, dall’altro ad abbattersi alla prima difficoltà «Racconto una verità, quella della difficoltà a risalire dopo un insuccesso».

Sul suo personaggio ha lavorato in sottrazione, non è più “Sianicentrico” come film ma più corale, c’è meno dell’Alessandro cabarettista ma più del Siani attore. Grande supporto da due capisaldi della risata come Abatantuono e Signoris che seppur senza particolari guizzi danno ritmo e vis comica alla pellicola. «Lavorare con attori di questo spessore mi ha stimolato a far meglio nella scrittura. Diego poi, nelle 8 settimane di riprese, mi ha dato delle lezioni di cinema. Mi auguro un giorno di avvicinarmi anche lontanamente ai suoi livelli». E se la giovane Cucci (che ha già lavorato con Siani nella trasposizione teatrale del “Principe abuviso”) sembra uscita fuori da una commedia americana, l’altrettanto giovane Dell’Anna si cala perfettamente nel personaggio. «Il ruolo di Cristiana era pressoché un cameo – racconta Siani – ma piano piano conoscendola sul set ho pensato di allargare il personaggio lavorando sulla sceneggiatura. Dopo averla apprezzata nella serie “Gomorra” nessuno poteva immaginarsela in un ruolo comico. È una brava improvvisatrice, alcune scene che abbiamo insieme non sono state scritte sul copione».

C’è spazio anche per Napoli. Si ironizza sulla criminalità organizzata. «È giusto scherzare su questo lato della città, Napoli è fatta di tante facce e deve esservi un bilanciamento, così come c’è “Gomorra”, ci deve essere “Benvenuti al Sud”, ed il nostro ruolo è quello di far ridere trattando tematiche diverse».