L’INTERVISTA – Stefania Spampinato: da “Grey’s Anatomy” alla corte di Siani

Da Catania a Los Angeles passando per Napoli. Stefania Spampinato è oramai una star in America, presenza fissa nelle ultime tre stagioni di “Grey’s Anatomy”. Eppure in Italia ancora non era famosa finché non l’ha voluta Siani come protagonista del suo ultimo film “Il giorno più bello del mondo”, in questi giorni nei cinema.

La tua è una storia bellissima, ce la racconti?

«Sono nata in un paesino piccolo alle pendici dell’Etna, Belpasso, da genitori di classe media. Mio padre guidava gli autobus, mentre mia madre è diventata sarta per necessità: cuciva i miei vestiti per i saggi di danza. Proprio lei mi ha dato la spinta a seguire i miei sogni di ballerina, lei mi ha messo le ali. Così a 18 anni sono andata prima a Milano e poi a Londra dove studiavo e lavoravo».

Hai avuto tanto coraggio…

«Ma anche tanta incoscienza. Ero sicura che avrei fatto la ballerina da grande, ma mi arrivavano dei segnali che avrei dovuto fare altro e li ho seguiti».

Segnali che ti portavano negli Stati Uniti…

«Sì, era scritto nel mio destino che avrei dovuto fare l’attrice. Ho vissuto periodo durissimi a Los Angeles, mi sono trasferita lì a 30 anni e sono dovuta ripartire da zero. Lavoravo come cameriera per mantenermi».

Quando è avvenuta la svolta?

«Grazie all’incontro con la casting Jessica Sherman, mi presentò a diverse agenzie perché credeva nel mio talento. Delle tante a cui mi propose solo una accettò di prendermi e al primo provino che mi proposero fui presa: era per la serie tv “Grey’s Anatomy”. Ero al settimo cielo, ma per scaramanzia non lo dissi a nessuno finché non veniva annunciato dai giornali».

Qual è il tuo ruolo?

«Sono Carina DeLuca, ginecologa omosessuale del Grey Sloan Memorial Hospital. Anche nel film di Siani indosso il camice, evidentemente deve starmi bene addosso (ride)».

Ti ha scovata così Siani?

«No, mi ha vista in una intervista che mi fece Fiorello poi ripresa in un tg. Parlavo di una raccolta di plastica sulla spiaggia di Catania con il Wwf».

E com’è stato lavorare con lui?

«È stata una esperienza favolosa, è un regista incredibilmente meticoloso, super preparato, e bravissimo a comunicare con gli attori. Il copione poi mi è piaciuto subito, nella storia c’è tanto romanticismo e le donne hanno tutte un ruolo forte e con grande personalità. Fuori dal set è stato tutto molto divertente, lavorando con due bambini era importante non farli annoiare e giocarci».

Cosa hai portato negli Usa di questa esperienza?

«Sicuramente l’improvvisazione. In “Grey’s” il copione è blindato, con Siani invece molte cose nascevano tra un ciak e l’altro. Ora la includo nella mia performance ed è stato molto apprezzato dai mie colleghi».

Ci racconti un episodio off?

«Ho recitato nel film “Le Mans ’66 – La grande sfida” con Matt Damon e Christian Bale che sarà al cinema dal 14 novembre. Ho avuto il piacere di conoscere questi due attori straordinari scoprendo una umiltà incredibile. Ma sapete per chi sono impazzita sul set? Remo Girone! Da piccola ero una sua grande fan, guardavo sempre “La Piovra”».

(articolo pubblicato su Il Giornale Off)