L’INTERVISTA – Paola Lavini: “Aggrappata all’arte per vivere”

È uscito nelle sale italiane il 19 agosto il film “Volevo Nascondermi” per la regia di Giorgio Diritti, un racconto biografico sulla travagliata esistenza del pittore Antonio Ligabue. Pellicola che ha già conquistato, tra gli altri, un Orso d’Argento a Elio Germano alla Berlinale di quest’anno. Al suo fianco c’è Paola Lavini nel ruolo della Pina, una donna dalla bellezza genuina e dal carattere indipendente. Passi da ruoli comici a drammatici e comici, personaggi frivoli o intensi.

Da dove proviene la tua capacità di indagare con tanta verità e abilità le sfaccettature del mondo femminile?

«Credo che le risposte siano sempre dentro di noi, nelle nostre corde che, se le lasciamo vibrare, le lasciamo andare, ci portano a questa verità. Ovviamente quello che dico è frutto di anni di studio – credo fermamente che il lavoro di attrice sia frutto di studio ed applicazione – curiosità, introspezione, lavoro su me stessa, pianti, lotte, gioia. Vita vissuta e capacità – date le esperienze fatte – di fare vibrare quelle corde per gli altri…e non è proprio una passeggiata, ma per me ora, è “naturale”».

A chi ti sei ispirata per dare vita a questo personaggio?

«Sono sincera: ho scavato in me stessa et voilà, la Pina! Proprio proseguendo il discorso di prima, la Pina è comunque una donna della mia terra, una donna sensuale, una donna “colorata”, ed in questo mi assomiglia. Ma anche una donna che ha una tenerezza verso Ligabue. Mi identifico sicuramente di più nella vita di Ligabue e quindi probabilmente mi è venuto automatico rapportarmici così. Dentro di me oggi ci sono tante donne a cui mi sono ispirata nel tempo e rimangono lì, come bagaglio. Pronte all’uso».

Il film pone l’attenzione sul riscatto sociale e umano che avviene attraverso l’arte…

«È un messaggio forte e importante. Prima di tutto per me è stata una forma di terapia, un modo per uscire da me stessa, vincere tante paure e capirmi sempre di più. E poi una forma di riscatto, nel momento in cui condivido l’arte con gli altri. Anche io come Ligabue sono partita da un incipit difficile – parlo della vita vera – e mi sono assolutamente aggrappata all’arte per sopravvivere, poi per vivere e, ancora, per gridare al mondo quello che ho da dire e raccontare».

Come hai vissuto i traguardi di questo film?

«Sento di fare parte di un capolavoro e quindi è una gioia immensa. Un lavoro di squadra molto forte che si vede nella bellezza del film. La mia candidatura come Miglior Attrice ai Globi d’Oro della Stampa Estera è stata una sorpresa davvero grande, ma anche un riconoscimento che appartiene al senso di riscatto di cui parlavamo prima».

E adesso cosa ti aspetta?

«Sono in tournèe con il maestro Vince Tempera in giro per lo Stivale, canto e recito nello spettacolo “100 anni di amicizia – Fellini e Sordi”, sono nella giuria di due festival importanti, come il Ferrara Film Festival e il Parma Music Film Festival. Sarò poi guest speciale al festival di Mimmo Calopresti a Reggio Calabria, dove terrò una masterclass a fine agosto. A settembre, “ciak si gira”. Finalmente!».

(articolo pubblicato sul quotidiano Roma il 15 agosto 2020)