“La douleur”, diario di un’attesa tra violenza e sentimento

Una storia dolorosa e densa di sentimento, diretta da chi fu assistente di Godard e Kieslowski. È nei cinema “La douleur” di Emmanuel Finkiel.

LA TRAMA. Nella Francia del 1944 occupata dai nazisti, Marguerite (Mélanie Thierry), una giovane scrittrice di talento, è un attivo membro della Resistenza insieme a suo marito, Robert Antelme (Emmanuel Bordieu). Quando Robert viene deportato dalla Gestapo, Marguerite intraprende una lotta disperata per salvarlo. Instaura una pericolosa relazione con Rabier (Benoît Magimel), uno dei collaboratori locali del Governo di Vichy, e rischia la vita pur di liberare Robert, facendo imprevedibili incontri in tutta Parigi, come in una sorta di gioco al gatto e al topo. Lui vuole veramente aiutarla? O sta solo cercando di cavarle informazioni sul movimento clandestino antinazista? La fine della guerra e il ritorno dei deportati dai campi di concentramento segnano per lei un periodo straziante e danno inizio a una lunga attesa, nel caos generato dalla liberazione di Parigi.

CURIOSITÀ. Il film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Marguerite Duras scritto nel 1944 ma poi pubblicato nel 1985 (in Italia da Feltrinelli col titolo “Il dolore”). È il candidato della Francia agli Oscar 2019 come miglior film straniero.

GENERE: Drammatico – USCITA: 17 gennaio – DURATA: 126 minuti