Nasce la “Casa del Cinema” a Napoli: produzione e formazione a Palazzo Cavalcanti

Uno spazio di Cohousing a Palazzo Cavalcanti che offrirà alle grandi produzioni un’accoglienza unica in Italia e che si propone anche come un luogo aperto alla città per la formazione e i mestieri del cinema

Napoli ha la sua “Casa del cinema”, uno spazio di Cohousing a Palazzo Cavalcanti che offrirà alle grandi produzioni un’accoglienza unica in Italia (sono già a lavoro Wildside per “L’amica geniale” e Cattleya per “Gomorra 4”) e che si propone anche come un luogo aperto alla città per la formazione e i mestieri del cinema, destinato soprattutto alle giovani professionalità che qui potranno incontrarsi e incontrare la grande industria cinematografica e televisiva.

«Il nostro compito sarà un affiancamento e una facilitazione a chi decide di produrre in città – ha commentato l’Assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele durante l’inaugurazione – fondato su passione, disinteresse e trasparenza. Spazio in cui potrà lavorare insieme la grande produzione con i giovani lavori sperimentali, uno spazio per circolazione di idee. Un incubatore di impresa».

Settecento metri quadri al piano nobile di questo storico palazzo appena ristrutturato in via Toledo 348, dove l’Ufficio Cinema del Comune di Napoli, nato nel 2015 e voluto fortemente dal Sindaco Luigi de Magistris, fa un ulteriore salto di qualità. Una esigenza nata sulla scia del boom di produzioni nazionali e internazionali che la città ha accolto negli ultimi tre anni: ben 500.

«Si tratta di una scelta politica – così de Magistris – in un periodo dove non avremmo potuto farla. Vogliamo essere cacciatori di talenti della nostra città. Questo sarà un luogo per formare e creare posti di lavoro. Dobbiamo avere distretto per produrre cinema e ne stiamo dialogando con la Mostra d’Oltremare».

La Cohousing dunque, si pone come una grande opportunità di crescere. «Siamo su una grande onda che può calare – avverte Luciano Stella, produttore e Ceo di Mad Entertainment – dobbiamo riuscire a costruire una struttura più solida, facendo leva su creatività e grinta, per fare qualcosa più performante, come il digitale. Guardare avanti, senza gli occhi del passato».

La ricaduta più tangibile, più importante, è quella della promozione del territorio e creazione di posti di lavoro. «Napoli è set unico al mondo» chiosa Gabriele Immirzi di Fremantlemedia. «Napoli ha generato tanti cliché ed è importante lavorarci con chi è sul territorio» aggiunge Domenico Procacci di Fandango. «Ho visto alcune persone che fotografavano il Palazzo dello Spagnolo alla Sanità perché lo avevano visto in “Gomorra”: abbiamo aperto una finestra sul mondo» racconta la regista Francesca Comencini.

Molto attiva la Rai in questi anni. «Negli ultimi due anni abbiamo ambientato a Napoli 190 ore – così il vicedirettore di Rai Fiction Francesco Nardella – ci sono ottime maestranze, ho visto tantissimi giovani dell’Accademia di Belle Arti lavorare con passione». Un’Accademia che «ha la missione di formare artisti e tecnici fornendo una esperienza sul campo – così il regista Stefano Incerti, docente di cinema all’Accademia –  dobbiamo trasformare questo “ufficio di accoglienza” in qualcosa di diverso per incubare progetti».

Guarda avanti Tozzi, Ceo e fondatore di Cattleya, che è già presente sul territorio da anni. «Qui il fenomeno si è dispiegato ora va stabilizzato e sviluppato ulteriormente. Cosa ci può essere ancora? Senza dubbio l’animazione, ma anche digitalizzazione degli effetti speciali. E poi il tema delle strutture: una opportunità può essere data dall’impianto per le riprese a mare, unica in Europa è a Malta».

Tra le attività concordate entro il 2018, numerose masterclass con il regista Alessandro D’Alatri, produttori, tecnici e sceneggiatori di Clemart, Cattleya e Wildside.