Mark Wahlberg, l’arte come riscatto sociale

Devo ammetterlo. Mark Wahlberg non mi piaceva affatto, o forse mi risultava antipatico. Col tempo mi sono ricreduto. A partire da “The Departed” ho iniziato a rivalutarlo. Entrai al cinema chiedendomi «perché proprio lui in questo filmone di Scorsese?», uscii soddisfatto dalla sua prova. Oggi avrebbe un altro motivo per essere “odiato”: il suo conto in banca. Eh sì, Mark è l’attore più pagato di Hollywood con 68 milioni di dollari incassati nel 2017.

Devo ammetterlo. Mark Wahlberg non mi piaceva affatto, o forse mi risultava antipatico. Col tempo mi sono ricreduto. A partire da “The Departed” ho iniziato a rivalutarlo. Entrai al cinema chiedendomi «perché proprio lui in questo filmone di Scorsese?», uscii soddisfatto dalla sua prova. Oggi avrebbe un altro motivo per essere “odiato”: il suo conto in banca. Eh sì, Mark è l’attore più pagato di Hollywood con 68 milioni di dollari incassati nel 2017.

Ma non se l’è sempre passata bene, anzi. Ultimo di nove figli, nacque nella periferia di Boston da Alma e Donald. I suoi versavano in condizioni economiche disastrose, divorziarono. Lui non la prese bene, iniziò a frequentare la strada, abbondonò la scuola, si mise a spacciare, fare uso di droga e anche 50 giorni di carcere. Aveva appena 16 anni.

Decise di cambiare vita grazie al supporto del fratello Donnie, uno dei componenti della rock-band “New Kids on the Block”. Quel ragazzaccio non si integrò con le sonorità mielose di quel gruppo ma la fortuna bussò alla sua porta: i produttori gli crearono un progetto ad hoc fatto di rime hip hop, ballerine e un dj, nacquero i “Mark and the Funky Bunch”. Un successo clamoroso, forte del suo fisico scolpito divenne un sex symbol: la rivista People lo inserisce tra i 50 uomini più belli del mondo e Calvin Klein lo fa posare per una campagna pubblicitaria accanto a Kate Moss.

Decise allora di iniziare a studiare da attore. Piccoli ruoli in tv e al cinema, poi la grande occasione come protagonista dei film “Paura” nel 1996 (interpreta uno psicopatico) e “Boogie Nights – L’altra Hollywood” nel 1997 (nel quale è un porno divo sciupafemmine). Non si fermerà più. Arriveranno parti nei film d’azione “The corruptor” e “La tempesta perfetta” (con George Clooney, di cui diventa grande amico), “Il pianeta delle scimmie”, di Tim Burton, e “Four brothers”, infine “The truth about Charlie” e “The Italian Job”.

All’età di 35 anni l’occasione della vita, lo chiamò Scorsese (vedi sopra) per recitare con Matt Damon, Leonardo DiCaprio e Jack Nicholson. Risultato? Una nomination ai Golden Globe e una agli Oscar come miglior attore non protagonista. Arrivano altri film tutti pallottole e adrenalina come “Shooter”,

“I padroni della notte” e “Max Payne”. Ma per incrociare di nuovo la strada della statuina deve attendere “The Fighter”, storia di pugili datata 2011, al fianco di Christian Bale: è nomination come miglior attore. Tra gli ultimi suoi film ci sono “Contraband” (2012), l’esilarante “Ted” (2012), “Broken City” (2013), “Cani sciolti” (2013) e nalla saga “Trasformers”.

Adesso è uno dei produttori esecutivi della serie HBO “Ballers” e, con la sua famiglia, è il volto di Whalburgers, un reality show basato sulla catena di fast food che ha fondato con i fratelli Paul e Donnie. Inoltre, è testimonial della compagnia di telecomunicazioni AT&T.

Prossimamente lo vedremo al cinema in Daddy’s Home 2 (dal 6 dicembre) al fianco di quel pazzo di Will Farrell e in “Tutti i soldi del mondo” (21 dicembre) con quel mostro di Kevin Spacey. Ah, ora non mi è più antipatico.