Quando il cinema è al servizio dell’ambiente: 5 film tra il catastrofico e il green

Investire in produzione di energia completamente pulita e illimitata. Suona quasi come una profezia quella del film “Wall Street – Il Denaro non dorme mai” di Oliver Stone, uscito al cinema nel 2010, dove Micheal Douglas e Shia LaBeouf parlano della speculazione finanziaria che stiamo assistendo negli ultimi anni. Ma questo è solo uno degli esempi di come la settimana arte declina il tema ambiente.

Ben prima dei movimenti del “climate change”, delle proteste di Greta Thunberg, arrivò nel 2004 il disaster movie di Roland Emmerich dal titolo “The Day After Tomorrow” con protagonista un paleoclimatologo che si scontra col presidente degli Stati Uniti presentandogli una ricerca sul surriscaldamento globale e le sue previsioni catastrofiche. La pellicola poi virerà su una fantascientifica glaciazione del pianeta.

Della necessità di tornare alla natura se c’è occupato nel 2007 Sean Penn con “Into The Wild – Nelle terre selvagge”: subito dopo la laurea, un giovane americano benestante, decide di abbandonare famiglia e amici per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. Sulla stessa linea è “Capitain Fantastic” del 2016: l’attore Viggo Mortensen veste i panni di un padre di famiglia che ha deciso di vivere con i suoi figli nei boschi, lontano da ogni forma di civiltà, tra caccia, coltivazione e artigianato, per infondere loro una connessione primordiale con la natura.

Nel 2008 Disney e Pixar lanciarono il film d’animazione “Wall-E”, parlando di ambiente ad pubblico molto giovane. Il protagonista è un robot che in un lontano futuro è l’unico abitante del pianeta Terra, abbandonato dagli esseri umani a causa dell’eccessivo inquinamento e del continuo accumulo di rifiuti. Wall-E si occuperà proprio di ripulire il pianeta compattando questi rifiuti.

Di coscienza ambientalista in Italia se n’è occupato in più modi il regista Ermanno Olmi. Il suo amore per la natura gli ha spinto a realizzare il documentario “Terra Madre” che analizza le abitudini dei contadini nel mondo di oggi e sull’enorme amore che li lega alla loro terra. È andato nelle Svalbard per l’inaugurazione della banca mondiale dei semi, il India per la raccolta del riso, per poi concludere il film nella Valle dell’Adige riprendendo la costruzione di un orto durante le stagioni. Ma non solo, perché nel 2014, ha gestito il set di “Torneranno i pirati” rispettando le linee guida del protocollo Edison Green Movie riducendo le emissioni di Co2 e vietando le bottigliette di plastica.

(articolo pubblicato sul mensile Cultura Identità di novembre 2019)