Ammore e Malavita: quando il boss canta, balla e fa ridere

Chiamarlo musical è riduttivo. "Ammore e malavita” è azione, risata, passione. Totò e Gomorra. I Manetti Bros. si confermano i registi più rock del panorama nostrano regalandoci un film di genere e sui generis, molto curato ma con zoomate “sporche”, leggero ma con temi sociali.

Chiamarlo musical è riduttivo. “Ammore e malavita” è azione, risata, passione. Totò e Gomorra. I Manetti Bros. si confermano i registi più rock del panorama nostrano regalandoci un film di genere e sui generis, molto curato ma con zoomate “sporche”, leggero ma con temi sociali. Protagonista assoluta è ancora una volta Napoli. «Abbiamo iniziato ad immaginare questa storia mentre scrivevamo “Song e Napule” – raccontano i registi romani – questa città ti assale, ti abbraccia, ha una umanità che ti avvolge, ti prende, ti sconvolge, ti ispira». A freddo il pensiero era buttarsi su qualcosa di totalmente diverso. «L’idea era di un killer deve uccidere una persona e ritrova la fidanzata dell’infanzia. Tutto quello che succedeva non ci convinceva, ma appena immaginavamo di ambientarla a Napoli, improvvisamente tornava tutto, la canzone, l’amore, la criminalità».

LA STORIA. Quel killer è diventato Ciro (Giampaolo Morelli), una delle “tigri” insieme a Rosario (Raiz) col compito di guardare le spalle di don Vincenzo (Carlo Buccirosso), “o’ re do pesce”, e della sua astuta moglie, donna Maria (Claudia Gerini). Il boss scampa a un attentato e decide di cambiare vita. Braccato da criminali e polizia, si finge morto per ricominciare altrove con donna Maria. Nella vicenda entra la giovane infermiera Fatima (Serena Rossi) che si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A Ciro viene dato l’incarico di sbarazzarsi di quella ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto. I due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l’uno nell’altra, l’amore mai dimenticato della loro adolescenza. Ciro non ci pensa su e sceglie di tradire il boss e uccidere chi li vuole uccidere. Inizia così una lotta senza quartiere tra gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del golfo.

LE RIPRESE. Otto settimane di riprese, di cui una a New York. «Nella mia vita ho viaggiato tantissimo, solo due città ti danno questa risposta di umanità così invadente, che hanno una caratteristica umana, il newyorkese ha un carattere simile. A Napoli si gira benissimo, la città di aiuta, sono contenti se giri, ti ospitano in casa, senza nulla in cambio, anche a New York abbiamo visto la stessa reazione anche se loro con il cinema sono più abituati». I Manetti non amano la citazione ma amano un certo cinema degli Anni 70 presente nel loro dna. «Vogliamo recuperare quell’anima del cinema che si perde in nome di una inquadratura perfetta». Un lavoro reso ottimo dal cast eccellente. Eccezionale, esilarante Buccirosso, soprendente la “napoletana” Gerini, ottimi Morelli e Rossi.

GIAMPAOLO MORELLI. «La difficoltà è stata quella di non avere punti di riferimento, non esiste un personaggio così, a metà tra “Mission Impossible” e la sceneggiata napoletana». Morelli ha messo a frutto l’esperienza maturata sul set dell’“Ispettore Coliandro” («anche se poliziotto ha la Beretta, il criminale ha una glock più figa», scherza) e ai viaggi canterini in “Fan Car-Aoke”. «Dovevamo essere viscerali e per farlo ho attinto molto da quella che è la mia cultura personale, il mio dna napoletano, una cultura fatta di commedie di Eduardo e film di Massimo Troisi, alla quale si aggiunge il cinema anni 80 e 90 americano, ho fuso le due anime. Il mio personaggio ha avuto una vita che ad un certo punto si è bloccata, per vendicarsi del papà morto chiede aiuto alla malavita ma vive una vita che non avrebbe mai voluto vivere».

SERENA ROSSI. Fatima è un personaggio chiave «come lo sono le donne in questo film, rappresenta la speranza, la voglia di provarci, si ritrova in una situazione più grande di lei suo malgrado con incoscienza e riesce a sbrogliare la situazione». Serena Rossi può far leva su una meravigliosa voce che mette in mostra nel brano “L’ammore ritrovato” (ispirato a “What a feeling” di “Fashdance”), tra i momenti più bizzarri e colorati del film. «Per questo ruolo mi sono ispirata a mia madre, lei è una così, una che apparentemente sembra la meno pragmatica del mondo, ma che nelle situazioni di difficoltà tira fuori una abilità nel risolverle spinta dall’amore. Fatima rappresenta la parte bella della città. La prima volta che la si vede è sulle note della canzone “Nessuno si può salvare da Scampia”, lei è una che si è salvata, un messaggio positivo». Per arricchire il personaggio e la sua parlata si è ispirata alle ragazzine e i loro video.

LE MUSICHE. «Tutto è partito da un brano di Pino Mauro, “’O Motoscafo”». Racconta Franco Ricciardi. Proprio il signore della sceneggiata napoletana è presente in “Ammore e malavita”, interpreta “Chiagne femmina” seduto su un trono in piazza del Plebiscito. Metà del cast del film dei Manetti Bros. è composto da cantanti, cantautori, musicisti napoletani. «Sono coraggiosi – dichiara Raiz – tra i pochi in Italia a scommettere su cantanti prestati alla recitazione. Fare il cantante è anche un po’ fare l’attore, quando devi salire sul palco metti in scena un personaggio, in America gli artisti sono a tutto tondo, cantano, recitano e ballano pure». Raiz è un cattivo soldato al servizio del boss. «Nel mio personaggio c’è Tarantino e la sceneggiata. Ho lavorato molto sulla mimica». Chi ha dovuto lavorare tanto è stato anche Ivan Granatino. «Il mio “Pistillo” è molto diverso da come sono, mi dicono che ho faccia buona ed ho dovuto lavorare sodo per apparire cattivo. È stata una bella esperienza, quando mi sono visto sono rimasto soddisfatto. La vera sfida era differenziarsi da Gomorra». C’è Ciccio Merolla nella “Serenata al porto” e Lucariello nei panni di un capobastone. Una storia raccontata attraverso le liriche di Nelson (musicate dai compositori Pivio e Aldo De Scalzi). Il cantautore napoletano, che si è aggiudicato il Premio Pasinetti 2017 e il Soundtrack Stars Award Special al Festival di Venezia, sta preparando il suo prossimo album, in uscita a inizio 2018. «Nel disco ci sarà anche “Chiagne femmena”, che nel film è interpretata da Pino Mauro, in versione acustica cantata da me e da Raiz, poiché l’abbiamo scritta assieme».

NEI CINEMA. Dopo il grande successo di critica e pubblico al Festival di Venezia, “Ammore e malavita” sarà nei cinema da stasera in Campania e da domani in tutta Italia distribuito in 280 copie. Grande accoglienza ieri sera alle anteprime nei cinema di Napoli alla presenza dei Manetti Bros., Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso, Raiz, Franco Ricciardi, Ivan Granatino e l’autore delle liriche Nelson.