“Non ci resta che il crimine”, viaggio nel tempo tra comicità e fantasy

I viaggi nel tempo sono un tema che al cinema tiene sempre banco. Stavolta a fare un balzo indietro di 35 anni sono i protagonisti di una pellicola italiana con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Gianmarco Tognazzi, Edoardo Leo e Ilenia Pastorelli. È nei cinema “Non ci resta che il crimine” di Massimiliano Bruno.

LA TRAMA. Moreno (Marco Giallini) e Sebastiano (Alessandro Gassmann) sono due sfaccendati, anzi, come li definisce l’amico Gianfranco (Massimiliano Bruno) che invece è diventato un uomo di successo, due “poracci”. Ma i tre sono cresciuti insieme, e Moreno e Sebastiano da bambini bullizzavano il piccolo Gianfranco, soprannominandolo “il Ventosa”. Con loro c’era anche Giuseppe (Gianmarco Tognazzi), che ora fa il commercialista precario e subisce le angherie del suocero, che lo paga solo quando gli pare. Sebastiano peraltro è intrappolato in un matrimonio infelice e Moreno, pur cercando da sempre il modo di “fare i soldi con la pala”, non riesce neppure a pagare gli alimenti arretrati alla ex moglie. Nel tentativo di sfuggire a Gianfranco, Moreno, Sebastiano e Giuseppe si infilano in un cunicolo spaziotemporale che li catapulta all’epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, per la precisione. E poiché l’ultimo grande progetto per “fare i soldi con la pala” di Moreno era guidare un tour dei luoghi frequentati dalla Banda della Magliana, è proprio fra i componenti di quella banda criminale anni ’80, capitanati da Renatino (Edoardo Leo) accompagnato dalla moglie (Ilenia Pastorelli) che i nostri eroi si ritrovano all’uscita del cunicolo.

CURIOSITÀ. Il titolo fa chiaramente riferimento ad un cult nostrano “Non ci resta che piangere” nel quale i protagonisti Massimo Ranieri e Roberto Benigni si ritrovano addirittura nel 1400.

GENERE: Commedia – USCITA: 10 gennaio – DURATA: 102 minuti