Mozzarella Stories: l’esordio di De Angelis tra l’assurdo hollywoodiano e la commedia nera

Cosa accadrebbe se i cinesi iniziassero a copiarci anche la mozzarella? Di certo Ciccio Dop, “casaro” e padrone incontrastato del regno delle bufale non starebbe fermo a guardare. Questo il punto di partenza di (o delle) Mozzarella Stories. Esordio nel campo dei lungometraggi per Edoardo De Angelis che convince, sorprende per maturità e padronanza del mezzo.

Cosa accadrebbe se i cinesi iniziassero a copiarci anche la mozzarella? Di certo Ciccio Dop, “casaro” e padrone incontrastato del regno delle bufale non starebbe fermo a guardare. Questo il punto di partenza di (o delle) Mozzarella Stories. Esordio nel campo dei lungometraggi per Edoardo De Angelis che convince, sorprende per maturità e padronanza del mezzo.

Una pellicola che rapisce, appassiona lo spettatore che fin dalla prima inquadratura si vede proiettato in un mondo grottesco, gitano (i mustache di Luca Zingaretti la dicono tutta), ruspante. Una storia dai risvolti tragicomici, dalla risata amara. Una commedia nera che fa tesoro della meravigliosa tradizione italiana (gradevole l’omaggio a “Pane, amore e…” con Luisa Ranieri che balla il mambo), ma strizza l’occhio all’assurdo hollywoodiano e non (Coen e Kusturica docet).

Si racconta la provincia casertana senza seguire la scia “gomorriana”. Il “mafia movie” qui viene solo lambito. Si punta più sugli affetti, i tradimenti amorosi. Sono presenti tutti i cliché campani, non per farne critica ma trovando in loro il punto di forza per far ridere, ribaltati perché “anche dalla sporcizia può nascere qualcosa di puro” (così come Ciccio insegna alla figlia).

Non è stato facile per gli attori calarsi nei panni di questi personaggi sopra le righe, dalla profonda caratterizzazione. Riscopriamo una piacevole Luisa Ranieri, nei panni di Sofia figlia di Ciccio, che fa sua la scena in un finale che la vede protagonista. Ma soprattutto impressiona la prova maiuscola di Gianpaolo Fabrizio (Ciccio Dop), attore teatrale dal passato eccellente e prestato alla tivù (è il “Vespone” di Striscia la notizia) ma esordiente sul grande schermo. Una interpretazione misurata, incalzante, comica ma dal risvolto commuovente.

Mozzarella Stories è una pellicola corale farcita da prove convincenti. Sognatore e maledettamente kitsch, il neomelodico Angelo Tatangelo trova corpo in Massimiliano Gallo che fa le prove tecniche per diventare attore di prima fascia. Crepuscolare e magnetico Dudo lo “zingaro napoletano” personificato alla perfezione da Massimiliano Rossi, rude all’esterno ma dal cuore sensibile. Completano la risma un viscido Gravino restituito allo schermo con passione da Tony Laudadio, ed il Ragioniere dispensa consigli personificato senza fronzoli da Andrea Renzi.

Una scommessa vinta da De Angelis, si è messo in gioco con un film studiato, curato nei dettagli. Ha puntato gli occhi su di lui non a caso quel mostro sacro di Emir Kusturica che ha prodotto la sua opera prima. Per un errore di valutazione della distribuzione, il film non fu proiettato al Festival del Cinema di Venezia, eppure c’era stato l’invito alla sezione “Controcampo italiano” e ad aprire la settimana della critica.

TRAILER MOZZARELLA STORIES