Giorgio Moroder e la musica da Oscar

Il musicista e compositore ha trionfato tre volte agli Accademy: miglior colonna sonora per "Fuga di mezzanotte" e miglior canzone sia in "Flashdance" con "What a feeling" che in "Top Gun" con "Take my breath away"

Giorgio Moroder alla Royal Opera House di Londra

Il cinema senza musica non avrebbe proprio senso. Proviamo ad immaginare la scena finale di “Flashdance” senza le note di “What a feeling” o l’appassionante bacio tra Tom Cruise e Kelly McGillis in “Top Gun” cancellando la melodia di “Take my breath away”. A dare ritmo, enfasi ed emozione, ci ha pensato in entrambe le occasioni il genio di Giorgio Moroder.

Iniziò ad interessarsi della musica quando aveva più o meno 15 anni, suonava un po’ la chitarra, ascolta Elvis Presley e i gruppi americani. «Poi mi sono chiesto “perché non fai il compositore?”». E da lì arrivarono i primi successi a Berlino prima e a Monaco poi. Negli anni ’70 il passaggio in America per dedicarsi alla disco music con Donna Summer.

Musicista e compositore, Moroder nacque ad Ortisei, piccolo paesino dell’Alto Adige, il 26 aprile 1940. Oggi è conosciuto in tutto il Mondo anche per il suo contributo nella realizzazione di colonne sonore, anche se quello per il cinema non si può dire che sia stato un amore a prima vista…

«Io non sono mai stato interessato particolarmente alla musica per le colonne sonore per il film fino quando il regista inglese Alan Parker, mi chiese se volevo fare un pezzo per la colonna sonora per il film “Midnight Express” che in Italia si chiamava “Fuga di mezzanotte”. Gli piacque la canzone che avevo fatto con Donna Summer, “I feel love”. Gli serviva un pezzo su quel genere lì, per una scena all’inizio del film dove il ragazzo scappa, qualcosa che dava il senso della velocità».

E quella colonna sonora nel 1979 gli valse il premio Oscar. «Non avevo mai pensato di vincerlo, ho sperato di riceverlo, quando ho sentito il nome mi ricordo all’inizio non c’ho creduto però ero lì mi sono alzato, sono andato su poi ho sbattuto anche contro una luce tanto ero nervoso ed emozionato e quando poi Raquel Welch e Dean Martin mi hanno dato la statua, è stata una cosa incredibile».

Ci prende gusto, e negli anni a venire (nel 1984 con “What a feeling” e nel 1987 con “Take my breath away”) vinse due volte il premio Oscar come miglior canzone. «L’ispirazione mi viene quando siedi al pianoforte o al synthesizer, guardo il trailer del film, provo due tre volte, poi incido per esempio un piccolo demo, lo ascolto il giorno dopo e scopro se funziona o no».

Sebbene la sua carriera sia costellata di successi, pare però che gli sia rimasto un ultimo desiderio da realizzare. «L’ultima cosa che vorrei fare prima di ritirarmi, prima di andare in pensione, sarebbe un musical». Un musical che sarebbe di certo da premio Oscar.

(articolo pubblicato su Pink Life Magazine di febbraio 2017)